Il senso delle mie etichette

Linux, software libero, LMS, Moodle, FAD, alfabetizzazione informatica, information retrieval, piattaforme editoriali, tecnologie della formazione, Francia, francese.

Poi qualcuno-a (che ringrazio) ha messo in ordine alfabetico e ha esplicitato gli acronimi.

Mi piace immaginare che la radice (root, termine familiare per i linuxiani) di tutti questi tag sia software libero. Nel codice sorgente dei programmi (come succede per Linux o Moodle o altri strumenti che uso per lavoro) ma anche « oltre »: nello spirito che anima questo corso, nei benefici della digitalizzazione, nell’allargare l’accesso alle risorse digitali e la capacità di orientarsi in una mole di dati (information retrieval). Per combattere le ineguaglianze e il digital divide (alfabetizzazione informatica).

Anche per quanto riguarda i tag linguistici (Francia, francese). Immagino che ci siano degli insegnanti di francese iscritti a questo corso. Potrebbe essere interessante lo scambio fra chi insegna questa lingua (e letteratura) e chi, come me, nel paese ci vive, usando la lingua quotidianamente per lavorarci, per comprare la baguette e i biglietti di treno, chiedere un caffè ristretto e un formaggio non troppo fatto. Credo che una lingua sia qualcosa di vivo che vada messo alla prova quotidianamente.

Le mie conoscenze, le mie esperienze, la mia voglia di confronto in tutti questi campi sono a disposizione di chiunque sia interessato-a.

3 réflexions sur “Il senso delle mie etichette

  1. Pingback: Le journal du cours | iciaunord

  2. Grazie, Mario. Se tutti faccessimo un post come il tuo sui tag che abbiamo aggiunto alla lista pirate pad, poi quei posti si potrebbero bookmarkare (ci sarà una parola italiana?) taggando i bookmark. E così sarebbe più facile formare gruppi di persone intorno ad interessi comuni.
    Grazie anche per l’offerta d’aiuto.
    Claude

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  3. Grazie Claude. Purtroppo in italiano non è cosi facile passare da un sostantivo alla creazione del corrispondente verbo mettendo un semplice ‘to’ davanti, come ‘to google’ ci insegna.
    Tuttavia l’idea dei bookmark è buona.

    Réponse

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